Maiolo ha un cuore antico di cui oggi si ammirano i romantici e suggestivi resti sulla rupe di Maioletto. Con una panoramica passeggiata si raggiungono le mura sbrecciate di una bella rocca, una di quelle fortezze che stanno appollaiate su tutti i più alti speroni di roccia tipici della Valmarecchia, una sentinella della valle che ancora oggi si fa intendere fiera e potente con le sue torri e qualche casa a formare quello che doveva essere un aggraziato borgo. Ma la notte tra il 29 e il 30 maggio dell’anno 1700 tutto questo svanì irrimediabilmente. La leggenda parla di punizione divina per strane cose che succedevano nel castello(si racconta di un lascivo “ballo angelico” ), qualcuno dice di un fenomeno naturale dovuto alle grandi piogge di quell’anno, qualcun altro di un fulmine che colpì dritto dritto la polveriera: fatto sta che nulla si poté più fare dopo il crollo di quella notte e il mistero aleggia ancora tra le pietre solitarie di Maioletto.
L’ambiente dove sorge il paese attuale è proprio bello: i boschi arrivano alle case e tutto sembra sospeso nell’atmosfera delle colline selvatiche e dei primi monti dell’Appennino. Anche le cose buone a Maiolo non mancano: questo borgo del Montefeltro, grazie ai forni ancora presenti, ad un particolare ambiente e a una solida tradizione, è considerato “il paese del pane”, un pane che sa ancora di natura e cultura millenaria.